BOMBA URBANISTICA A ROMA
Scritto giovedì 8 ottobre 2015 da
BOMBA URBANISTICA A ROMA
L’OBIETTIVO
Il quartiere Flaminio fa parte della città storica di Roma, è compreso tra il Fiume Tevere e la via Flaminia ed ha una sua storia ed una sua identità ben definita.
Ha una concentrazione edilizia altissima, in alcuni isolati raggiunge una densità anche di oltre 25 mc/mq, per rendersi conto di cosa significhi è sufficiente sapere che un quartiere di nuova edificazione ha una densità inferiore ai 2 mc/mq!!
La situazione dei parcheggi è drammatica: oggi al Flaminio non si trova un parcheggio né di giorno né di notte ed in generale al suo interno non esiste il minimo dei servizi previsti per legge (verde, scuole, parcheggi). Il quartiere subisce di continuo il caos ed i blocchi del traffico dovuti alle manifestazioni sportive ed agli eventi vari che continuamente si svolgono al Foro Italico.
Al centro del quartiere vi è un’area di proprietà pubblica di 5 ettari, ovvero 50.000 mq, che il vecchio Piano Regolatore ed il Piano Regolatore Vigente hanno destinato a verde e servizi pubblici di livello urbano. E’ da almeno una generazione che gli abitanti aspettano che tale area venga attrezzata per avere una migliore qualità di vita. Questa area invece, assurdo solo a pensarlo, è stata individuata come obiettivo ovvero come punto di impatto di una vera e propria bomba urbanistica.
LA BOMBA
Le due società Roma Capitale, che ha come “capofila” il prof. Arch. Giovanni Caudo, e la società Risorse per Roma, che ha come “capofila” l’ing. Domenico Kappler, propongono un progetto di variante urbanistica al Piano Regolatore Vigente sotto l’egida del Sindaco Marino. Tale variante di fatto cancella i 50.000 mq destinati a verde e servizi pubblici e li trasforma in due comparti urbanistici che sono la carica esplosiva:
comparto attuato da privati in cui è prevista la realizzazione di:
1. edifici per l’inserimento di circa 1.200-1.300 nuovi abitanti, di fatto un piccolo paese che in ottemperanza a quanto stabilito dalla normativa vigente necessita di servizi che né sono presenti attualmente né tantomeno sono previsti dal progetto stesso (stiamo parlando di circa 18.000 mq tra parcheggi, verde e servizi pubblici di quartiere);
2. un albergo di circa 125 stanze che a pieno regime comporterà la presenza di circa 250 persone più una trentina di addetti, che necessita di altri 4.000 mq di parcheggi;
3. abitazioni speciali per circa 200/250 persone (studenti, anziani etc…), più l’afflusso aggiuntivo di tutti i visitatori giornalieri, che necessita di ulteriori 4.000 mq di parcheggi;
4. un centro commerciale di 5.000 mq che porterà un flusso continuo di fruitori provenienti anche da altre zone di Roma e la presenza di una quarantina di addetti, intervento che per legge prevede la realizzazione di almeno 10.000 mq di parcheggi;
comparto pubblico in cui è prevista la realizzazione del:
- Città della Scienza, struttura a carattere internazionale, con una volumetria di oltre 100.000 mc con un flusso continuo di fruitori e almeno 50 addetti, anche questo intervento necessita di circa 10.000 mq di parcheggi.
In totale nella realtà finale la bomba urbanistica è costituita da un insediamento di circa 300.000 mc fuoriterra con un indice di cubatura di ben 6 mc/mq!!!!!!!!
LA DEFLAGRAZIONE
Danni al quartiere
1. la viabilità interna, già congestionata, verrà praticamente bloccata come anche le strade primarie in accesso ed in uscita al quartiere dove già oggi nelle ore di punta si procede a passo d’uomo. Gli abitanti saranno murati dal traffico!!!
2. il nuovo centro commerciale di 5.000 mq dalle dimensioni della grande distribuzione di fatto metterà a terra il settore dei negozi privati e del mercato di quartiere che sono tra i pochi aspetti della vita di quartiere rimasti ancora vivi ed attivi;
3. l’inserimento di circa 1.300 nuovi abitanti, per cui non sono previsti i servizi di legge, porterà all’esplosione del sistema scolastico già carente delle scuole inferiori e degli asili nido senza considerare che aumenterà in proporzione la carenza di verde e impianti sportivi;
4. l’area in oggetto è posta ad una quota inferiore di quella della piena di massima prevista dal confinante fiume Tevere. Gli scavi che dovranno essere fatti per reperire i piani di parcheggi interrati, costringeranno le vene sotterranee di acqua ad aprirsi dei percorsi alternativi con conseguenze sugli edifici esistenti oggi non prevedibili (a tal merito basti ricordare quanto successo nel vicino quartiere Prati - Delle Vittorie per analoghe problematiche).
Danni urbani
L’inserimento di servizi a livello internazionale (Città della Scienza) e a carattere territoriale (albergo, centro commerciale, abitazioni speciali), oltre ai 1.300 nuovi abitanti avrà conseguenze incontrollabili sulla viabilità a carattere urbano che attraversa ed è tangente al quartiere. Tutto ciò porterà al collasso i nodi già in crisi di Belle Arti, Ponte Milvio, Foro Italico, Lungotevere Flaminio, Maresciallo Giardino e metterà in crisi la viabilità del quadrante Nord di Roma fino alla Tangenziale ed al Grande Raccordo Anulare già oggi fortemente compromessa.
NOTE A MARGINE
Penso che, nel momento in cui si è chiamati a ricoprire il ruolo di Assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, di Amministratore Delegato della Società Risorse per Roma e a maggior ragione di Sindaco, il primo assunto da seguire è quello di operare al fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Mi domando come si possa pensare di migliorare la qualità della vita dei cittadini trasformando l’unica area libera, destinata a servizi, di un quartiere collassato come il Flaminio, in un polo urbano direzionale di servizi a carattere territoriale, ad alta concentrazione edilizia e senza le adeguate infrastrutture. Bisogna avere delle menti urbanisticamente folli o corrotte dall’ignoranza.
Non capisco, non capisco, non capisco!!! La strada più semplice da percorrere per la migliore qualità di vita degli abitanti sarebbe stata quella di seguire le indicazioni del recente piano e prevedere un piccolo parco urbano, una consistente superficie a parcheggi, delle attrezzature per lo sport, una piazza, degli asili nido, delle scuole materne… forse era troppo difficile seguire quello che indicava il Piano Regolatore.
Sicuramente siamo in un periodo di agnosticismo culturale ma era davvero impensabile di poter arrivare al punto che le scelte urbanistiche innovative e reclamizzate dal Comune di Roma siano quelle di intasare le poche aree libere nei vecchi quartieri per trasformarle in poli urbanistici direzionali senza le dovute infrastrutture che ovviamente nella città storica è impossibile reperire.
Faccio un appello ai colleghi tecnici, architetti e non, a prendere coscienza di quanto sta accadendo nello specifico nel quartiere Flaminio. Lo stesso appello lo rivolgo agli studenti di architettura che ho sempre considerato, fin da quando ero docente in facoltà, come le “sentinelle della cultura architettonica” in quanto il loro pensiero è poco condizionato da parametri esterni.
Do la mia disponibilità per qualunque forma di confronto, dibattito e approfondimento su basi tecniche con qualunque organo di informazione e organizzazione politica interessata all’argomento in oggetto.
Arch. Francesco Brancaccio
Studio Urbanistica e Architettura – Via Montesanto, 68 - ROMA 00195
tel / fax 063720870 email: arch.francescobrancaccio@gmail.com sito web: www.arch-brancaccio.it
Scritto giovedì 8 ottobre 2015 da
Allegati all'articolo:
• Bomba urbanistica a Roma(1).pdf
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